COSA SUCCEDE SE SI INVESTE UNA PERSONA

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Durante il corso della vita, può capitare di essere coinvolti in un incidente stradale. Questo tipo di evento è frequente e può essere determinato sia da condotte rischiose, spesso sottovalutate, sia da distrazioni. In ogni caso, a seconda delle dinamiche e delle circostanze che ne concorrono, un sinistro stradale è sempre un evento traumatico e i pedoni rappresentano i soggetti che risentono delle conseguenze più gravi. Ma cosa succede se si investe una persona sulle strisce pedonali oppure su una strada in assenza di strisce? Come bisogna comportarsi in eventi del genere e cosa prescrive la legge?

Cosa fare se si investe un pedone

Quando si viene coinvolti nell’investimento di una persona, la prima cosa da NON fare è, sicuramente, quella di allontanarsi dal luogo dell’incidente perché si tratterebbe di omissione di soccorso. Al contrario, occorre allertare immediatamente i soccorsi e le Forze dell’Ordine. Quando questi ultimi sono giunti sul posto, è bene fornire i propri dati personali e le informazioni necessarie a ricostruire l’accaduto, mostrando la massima disponibilità e collaborazione.

Il sinistro stradale inteso come reato

Nel caso di coinvolgimento di un pedone in un incidente stradale, possono aprirsi diversi scenari. Spesso la responsabilità ricade sul conducente del veicolo, mentre può esserci concorso di colpa se il pedone non attraversava sulle strisce e non rispettava la precedenza, oppure in caso di attraversamento sulle strisce a semaforo rosso. Si configura l’ipotesi di reato punibile penalmente laddove dal sinistro derivino delle lesioni personali gravi o gravissime, o la morte della persona investita. Le lesioni sono gravi se causano una malattia o una riduzione permanente delle facoltà della persona offesa, tali da determinarne l’incapacità a svolgere le normali attività quotidiane. Si parla di lesioni gravissime, invece, se dall’evento deriva una malattia insanabile o la perdita permanente di un arto, di un senso, della funzionalità di un organo, della parola o della capacità di procreare.

Riforma Cartabia del 2022

Con la riforma Cartabia del 2022 è stato modificato l’art. 590 bis del Codice Penale.

In base a questa modifica le condotte di guida che hanno provocato lesioni gravi o gravissime non sono più perseguibili d’ufficio, ma solo a querela di parte, fatto salvo il caso che ricorrano determinate circostanze aggravanti che comportano la conferma della perseguibilità d’ufficio.

Tra le predette circostanze aggravanti vi sono:

  • la guida sotto l’effetto di alcol, stupefacenti o sostanze psicotrope
  • la velocità pari o superiore al doppio di quella consentita in città
  • l’attraversamento di un’intersezione con semaforo rosso
  • l’inversione a U in corrispondenza di intersezioni curve o dossi

L’elenco completo di queste aggravanti lo si può trovare nell’art. 590 bis del Cod. Penale.

Quanto alle condotte sulla strada di pedoni e automobilisti, è opportuno aggiungere che sulla base del Codice della Strada il pedone che ha intenzione di attraversare la carreggiata e si trova a meno di 100 metri dalla strisce pedonali deve servirsi dell’apposito attraversamento pedonale, tuttavia se ha già cominciato ad attraversare la strada, benché fuori dalle strisce, l’automobilista deve permettergli di completare l’attraversamento.

Resta ferma, invece, la punibilità per querela di parte, ovvero esclusivamente a seguito di richiesta della vittima, nel caso in cui dall’impatto derivino delle lesioni lievi, guaribili in venti giorni. L’infortunato ha a disposizione un termine massimo di 3 mesi per la presentazione della querela.

E se dal sinistro deriva la morte del pedone?

In questo caso, in base a quanto disposto dal nuovo Codice della Strada, si parla di omicidio stradale, riguardo al quale il legislatore ha predisposto delle misure piuttosto severe. Nel dettaglio, sono previsti: la procedibilità d’ufficio, il raddoppio dei termini di prescrizione, la possibilità di arresto immediato in flagranza di reato e la raccolta forzata di materiale biologico. Quanto alla condanna, sono comminati da 2 a 7 anni di carcere, che possono aumentare da 8 a 12 anni nel caso in cui il conducente del mezzo sia stato trovato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di alcol superiore a 1,5 grammi per litro al momento del sinistro. Sono predisposti, invece, da 5 a 10 anni di carcere in caso di condotta irresponsabile alla guida, oppure nel caso di alterazione alcolica tra 0,8 grammi e 1,5 grammi per litro.

Le aggravanti previste

La posizione processuale dell’autore del reato può ulteriormente aggravarsi laddove concorrano le seguenti circostanze:

  • mancato possesso della patente di guida o di un’assicurazione auto
  • presenza di più vittime derivanti dal sinistro
  • qualora il veicolo sia un mezzo pesante, come camion o autobus
  • qualora l’autore fugga, senza prestare soccorso dopo aver causato l’incidente (l’aumento di pena va da un terzo a due terzi).

Cosa succede se si investe una persona e non muore?

Nell’ipotesi in cui dal sinistro non derivi il decesso del pedone, ma si verifichino delle lesioni gravi o gravissime a carico della persona offesa, il responsabile dell’evento può andare incontro anche alla pena accessoria di revoca della patente. In un secondo momento, il soggetto può richiedere una nuova patente, a patto che siano trascorsi almeno 5 anni dalla sua revoca e comunque:

  • non prima dei 10 anni, se presente una precedente condanna per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza;
  • non prima dei 12 anni, in caso di omissione di soccorso per lesioni da incidente stradale.

Si procede al ritiro della patente anche nel caso in cui l’autore del sinistro sia un neopatentato. Oltre alla multa e al risarcimento dei danni, il soggetto può essere sottoposto a un esame di revisione della patente medesima.

La migliore tutela assicurativa per far fronte alle conseguenze dei sinistri stradali

Proprio in ragione dell’imprevedibilità della vita, e per tutelare la condizione vulnerabile dei pedoni, munirsi di un’assicurazione sulla persona può rivelarsi una scelta giusta. Gli investimenti in polizze vita, al giorno d’oggi, risultano essere un prodotto in costante crescita, proprio perché in caso di eventi traumatici e irreversibili, si riescono a limitare i danni e le eventuali conseguenze che ne derivano, ottenendo una serie di garanzie, sia per se stessi sia per i propri familiari. Ma l’assicurazione sulla vita come funziona? Si tratta di una soluzione affidabile con cui fornire un aiuto economico al nucleo familiare o a specifiche persone designate, che risulterebbero danneggiate dalla morte dell’assicurato in seguito a eventi tragici, tra cui anche i sinistri stradali. Anche l’assicurato però può trarne una tutela, ad esempio in caso di danni permanenti alla propria salute o in caso di perdita di autosufficienza. Le formule tra cui scegliere sono moltissime, si tratta quindi di uno strumento altamente personalizzabile in base alle proprie esigenze.

Non da ultimo va tenuto in considerazione un altro aspetto da non sottovalutare in caso di incidente stradale. A seguito di un sinistro, infatti, vengono a delinearsi delle posizioni contrapposte che prevedono, da un lato, l’obbligo di risarcire i danni subiti e, dall’altro, di ricevere tale risarcimento. Pur trattandosi di procedure che rientrano anche nelle coperture RCA, i pedoni potrebbe ritrovarsi a necessitare di un’adeguata tutela legale, che sia rivolta a soddisfare la loro parte offesa. Al riguardo, dai un’occhiata alla nostra polizza tutela legale, in modo da conoscere tutti i dettagli sui vantaggi di cui puoi usufruire con Vittoria Assicurazioni.