ALZHEIMER NEGLI ANZIANI: COS’È E COME COMPORTARSI

Prendi subito un appuntamento con un Agente dedicato a te.

Contattaci

Il morbo di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa tristemente nota, i cui effetti sono devastanti, tanto per chi ne soffre quanto per i familiari. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’Alzheimer, consigli utili e soluzioni per i familiari.

Che cos’è l’Alzheimer?

La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa cronica dal decorso progressivo, peggiorativa nel tempo. Rientra fra le cause più comuni di demenza senile e, nonostante si manifesti tipicamente intorno ai 65 anni d’età, ad oggi si riscontrano sempre più casi di “Alzheimer precoce” anche in soggetti cinquantenni. Chi soffre di Alzheimer finisce con il perdere del tutto la propria autonomia, soprattutto da un punto di vista cognitivo: questa patologia, infatti, distrugge progressivamente i neuroni del cervello, con conseguente deterioramento della massa cerebrale. Il morbo prende il nome da Alois Alzheimer, psichiatra tedesco che agli inizi del Novecento ne individuò per primo sintomi e caratteristiche.

Quali sono le cause che provocano l’Alzheimer, e che differenza c’è tra Alzheimer e demenza senile?

Di fatto l’Alzheimer fa parte delle demenze senili, che, se da un lato si somigliano in quanto a sintomi, sono però classificate diversamente a seconda delle cause. Le demenze vascolari, ad esempio, sono la conseguenza di malattie cardiocircolatorie e ischemiche, mentre, per diverso tempo, si è creduto che l’Alzheimer fosse dovuto a un’ereditarietà familiare. Gli studi, invece, dimostrano che solo il 5% dei casi di Alzheimer è di tipo genetico, mentre la causa principale sembra essere l’alterazione del metabolismo di alcune proteine, con conseguenti disfunzioni tra cui l’accumulo di beta–amiloide, o APP. Questa proteina, quando non viene più metabolizzata, si accumula in placche che si depositano sul tessuto cerebrale, causando la progressiva distruzione dei neuroni.

Anche se non si sa ancora cosa provochi queste alterazioni, la ricerca va avanti e ha evidenziato un possibile legame tra aterosclerosi e Alzheimer in fase di patogenesi del morbo. Al momento non esiste una cura per bloccare il processo, ma solo farmaci che ne ritardano il decorso.

Come prevenire l’Alzheimer e quali sono i primi sintomi?

Prevenire è impossibile, ma mettere in atto delle terapie al più presto aiuta a ritardare il processo. In molti casi, tuttavia, il problema diventa evidente solo ad uno stadio più avanzato, ritardando così la possibilità di una diagnosi precoce. Si tratta di una patologia subdola: il sintomo più noto è certamente la perdita di memoria, ma spesso le prime avvisaglie vengono scambiate per delle banali dimenticanze, sia dal soggetto che dai familiari.

Ecco perché è bene sapere come si manifesta l’Alzheimer e valutare anche la presenza dei sintomi secondari:

  • aggressività;
  • agitazione;
  • confusione;
  • disturbi del sonno;
  • difficoltà comunicative e di concentrazione;
  • alterazioni del comportamento.

Nelle sue forme più gravi, la malattia porta il paziente a non riconoscere più i suoi familiari senza rendersene conto, e comporta gravi problemi di orientamento spazio-temporale: i malati di Alzheimer non ricordano la strada di casa, spesso credono di vivere in periodi temporali precedenti, quando erano bambini, o chiedono di amici e parenti mancati da tempo.

Alzheimer: come comportarsi

Prendersi cura di un malato di Alzheimer non significa limitarsi a somministrare dei farmaci, ma prevede anche supporto nelle attività quotidiane, nel mantenimento dell’igiene personale e una dedizione quasi totale.

Ma allora come gestire un malato di Alzheimer nella maniera corretta? In primo luogo, è fondamentale comunicare in modo semplice ed efficace: le capacità verbali del malato sono più limitate, quindi serve pazienza, empatia ed è fondamentale mantenere il contatto visivo e un atteggiamento rassicurante. Importante è anche creare un ambiente protetto, eliminando possibili ostacoli, complementi d’arredo che possono rivelarsi pericolosi, ma anche prevedendo sistemi di sicurezza aggiuntivi, soprattutto in cucina.

Per rallentare il decorso è utile che l’anziano mantenga uno stile di vita attivo, sia facendo movimento, sia tenendosi impegnato in occupazioni mentali e manuali che stimolino le sue funzioni cognitive. Consigliate anche attività di socializzazione, Doll Therapy e Pet Therapy: affiancare al malato un animale da compagnia, infatti, permette di ridurre gli stati di stress e aumentare i momenti di gioia e serenità.

L’assistenza domiciliare nella gestione del malato

Come appare evidente, una parte importante della terapia contro l’Alzheimer è di tipo occupazionale e richiede tempo e capacità: un impegno enorme per i familiari, anche perché si tratta di una condizione che potrebbe protrarsi per diversi anni. Per dare tutto l’aiuto possibile bisognerebbe dedicare al congiunto buona parte della giornata, con contraccolpi evidenti, in primis sul proprio lavoro, ma anche sull’equilibrio psicofisico del caregiver stesso. Prima di pensare a quando ricoverare un malato di Alzheimer, però, ci si può avvalere dell’assistenza domiciliare: un sistema di servizi a domicilio, solitamente forniti da infermieri o altri professionisti sanitari specializzati. Ricevere questo tipo di supporto offre un duplice vantaggio: garantisce le migliori cure possibili e permette ai familiari di vivere con maggior serenità.

 

Fonti:

https://www.realsalus.it/blog/come-comportarsi-con-un-malato-di-alzheimer/
https://www.auxologico.it/malattia/alzheimer
https://www.vittoriaassicurazioni.com/blog/assistenza-domiciliare-anziani/assistenza-domiciliare/
https://air.unipr.it/handle/11381/2733300