LE POLIZZE VITA VANNO DICHIARATE NELL’ISEE?

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Hai scelto di attivare una polizza vita per prenderti cura del futuro della tua famiglia? Sicuramente è una mossa saggia e molto responsabile ma c’è un errore che non devi assolutamente commettere: dimenticarti di dichiararla. Le polizze vita che generano un valore di riscatto vanno dichiarate nell’ISEE, a stabilirlo è il decreto 159/2013 di cui ti parleremo nel dettaglio in questo articolo. 

Cos’è l’ISEE

L’ISEE, acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è utilizzato in Italia per valutare la situazione economica di un nucleo familiare al fine di determinare l’accesso a diverse agevolazioni e servizi sociali; tiene conto di vari fattori, tra cui il reddito familiare, il patrimonio immobiliare, la composizione del nucleo, la presenza di carichi familiari (come figli) e altre specifiche condizioni personali. I dati raccolti vengono inseriti in un calcolo apposito, che tiene conto di alcune detrazioni e agevolazioni fiscali previste dalla legge, al fine di ottenere una fotografia della situazione economica del nucleo familiare.

Viene richiesto per l’accesso a molte agevolazioni, come l’assegnazione di borse di studio, la riduzione delle tariffe per i servizi di mensa scolastica, l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, l’accesso a sussidi economici per l’affitto o per il pagamento di utenze, e altro ancora; è anche utilizzato come criterio per l’accesso a determinati servizi sanitari e assistenziali.

Per ottenerlo, è necessario presentare una domanda presso i CAF (Centri di Assistenza Fiscale), i comuni, o altri enti autorizzati, fornendo i documenti richiesti per il calcolo dell’indicatore. Ha una validità annuale ma può essere richiesto un aggiornamento in caso di variazioni significative nella situazione economica del nucleo familiare.

La polizza vita va dichiarata ai fini ISEE?

Le assicurazioni sulla vita sono tra le misure di sicurezza finanziaria che molte persone attivano, soprattutto quando tutto il nucleo familiare dipende dal proprio lavoro e dal reddito prodotto. Dopo aver capito insieme tutto sulla dichiarazione ISEE veniamo al nocciolo della questione: il  contraente della polizza vita cosa deve dichiarare?

La legge è molto chiara, una polizza vita che genera un riscatto va dichiarata ai fini ISEE: a stabilirlo sono la normativa e il Decreto Crescita che lo identifica come una possibile ricchezza e quindi va assolutamente segnalata. Insomma, se è vero che le polizze vita detraibili sono un vantaggio fiscale, è anche importante essere in linea con quanto richiesto dichiarandole correttamente poiché sono considerate una componente patrimoniale e assistenziale.

C’è però una esenzione fiscale da considerare: i capitali ottenuti in caso di morte e collegati alle assicurazioni sono esenti dall’imposta sul reddito secondo il D.P.R. 29 del 1973. 

Quali polizze vanno inserite nell’ISEE 

Abbiamo già visto come funziona l’assicurazione sulla vita, la forma di protezione finanziaria fornisce sicurezza economica ai beneficiari designati nel caso in cui l’assicurato muoia. Si tratta di un contratto stipulato tra un individuo e una compagnia assicurativa, in cui il contraente paga un premio periodico in cambio di una somma assicurata che verrà erogata ai beneficiari in caso di suo decesso.
Le prestazioni assicurative garantiscono che i beneficiari designati ricevano una somma di denaro definita in caso di morte del contraente, fornendo un sostegno finanziario ai familiari, aiutandoli a far fronte a spese immediate, come i costi dei funerali, e a coprire le spese quotidiane, come il pagamento del mutuo o dell’affitto, le bollette e le spese per l’istruzione dei figli.

Devi sapere che non tutte le assicurazioni sono uguali, ci sono diverse tipologie di polizza vita e ciascuna può rientrare o meno nell’ISEE. Normalmente si parla di assicurazioni in caso di morte,  (quest’ultime non rientrano nelle polizze da dichiarare ai fini Isee), polizze vita miste, assicurazioni vita per il mutuo casa – da non confondere con le assicurazioni sul mutuo – e assicurazioni caso vita. 

Il motivo per cui vanno inserite è molto semplice: la loro liquidità arriva piuttosto rapidamente e perciò sono considerate a tutti gli effetti come denaro a disposizione, per questo motivo vanno inserite nell’ISEE e dichiarate per mostrare quale sarebbe il reale patrimonio familiare. 

Assicurando il futuro della famiglia del contraente, può fornire diverse clausole di utilizzo come ad esempio il diritto di riscatto e la possibilità di svincolare alcune somme. Il tutto è regolamentato attraverso DPCM 159/2013 e va dichiarata la cifra versata in premi al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello in cui vengono presentati i documenti. 

In modo particolare, il Decreto Crescita specifica che vanno dichiarati nel DSU e quindi nell’ISEE quelle assicurazioni con diritto di riscatto, cioè quelle con contratti di assicurazione a capitalizzazione o miste e quelle a premio unico anticipato. Per quanto riguarda invece il reddito imponibile, questo viene applicato solamente in caso di polizze vita “miste”.

Quanto incidono i soldi investiti sull’ISEE?

I soldi investiti possono avere un impatto sull’ISEE: chiaramente dipende dalla tipologia di polizza vita stipulata e dalla facilità di accedere a queste somme; se hai dei dubbi rivolgiti però al commercialista che segue le pratiche della tua famiglia o ad un CAF di riferimento per avere tutte le risposte che cerchi. Il piano individuale pensionistico complementare e le polizze assicurative sulla vita sono considerati degli strumenti essenziali per una pianificazione più serena del futuro personale e familiare.