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ContattaciI proprietari di animali vorrebbero la loro sicurezza a tutti i costi: poter essere certi di ritrovarli in caso scappino o vengano portati via, poterli rintracciare più facilmente e soprattutto fornire subito una cartella clinica base ai veterinari che possono così intervenire al meglio in caso di emergenza. Per tutti questi motivi il microchip per cane è diventato obbligatorio.
Non si tratta solo di una misura necessaria per risultare in regola con quanto disposto dalla legge, ma anche di uno strumento per poter attivare l’assicurazione per animali domestici e ottenere quindi una tutela effettiva dalla polizza scelta.
Cos’è il microchip e quanto dura
Il microchip per cani è un dispositivo elettronico di dimensioni ridotte, comunemente del diametro di pochi millimetri, che viene impiantato sottocute nell’area tra le scapole del cane. Al suo interno contiene un codice numerico univoco associato al proprietario dell’animale e alle informazioni di contatto.
Se per i cani è diventato obbligatorio, la situazione è diversa per il gatto: nonostante esista un’Anagrafe Nazionale Felina non è ancora stato istituito l’obbligo di inserimento microchip nei gatti.
Quanto costa?
Assolutamente necessario per poter stipulare l’assicurazione cani, è uno strumento di tutela per il cucciolo e per il proprietario: ma quanto costa?
Il prezzo può variare a seconda del professionista e dello studio scelto: ci sono opzioni per risparmiare, rivolgendosi ad esempio ai Servizi Veterinari ASL che provvedono in caso di cuccioli di età inferiore ai 2 mesi ad inserirlo gratuitamente o al solo costo del dispositivo.
Qualora ci fossero problemi economici, chiedere supporto alle associazioni per la tutela degli animali può essere un’opzione. Se invece si sceglie di procedere autonomamente dopo aver chiesto un preventivo, è bene sapere che il costo rientra a tutti gli effetti tra le detrazioni per spese veterinarie che possono essere richieste a fine anno.
Cosa si vede dal microchip del cane
Il microchip per cani contiene un codice numerico univoco, generalmente composto da una sequenza di 15 cifre. Questo codice non trasmette informazioni visibili o leggibili direttamente.
Quando viene letto da un lettore di microchip RFID, il codice viene visualizzato sullo schermo del dispositivo di lettura. Le informazioni associate, come il nome del proprietario, l’indirizzo e i dettagli di contatto, non sono memorizzate fisicamente nel microchip stesso.
Invece, sono archiviate in un database collegato al sistema di identificazione. Quando il codice viene letto, il lettore comunica con il database per recuperare le informazioni del proprietario.
È importante che i proprietari mantengano aggiornate le informazioni nel database associato al microchip, in modo che, in caso di smarrimento dell’animale, chi lo trova possa contattare la persona corretta.
La tecnologia non contiene GPS e non fornisce informazioni in tempo reale sulla posizione del cane; è principalmente uno strumento di identificazione per il ritrovamento degli animali smarriti.
La sicurezza e la privacy dei dati sono tutelati: le informazioni sono limitate a dettagli di contatto essenziali, come il nome del proprietario e il numero di telefono. I dati sono accessibili solo da professionisti autorizzati, garantendo la sicurezza delle informazioni personali dei proprietari degli animali.
Esiste un GPS per cani?
Spesso, in modo erroneo, si sovrappone il concetto di microchip per cane a quello del GPS: si tratta di due tipologie di tecnologie differenti.
Se il microchip ha lo scopo di fornire informazioni sull’animale e di contatto del proprietario, il GPS per cani è un localizzatore che viene solitamente posizionato sul collare (quindi non sottopelle!) e utilizzato per ritrovarlo qualora si smarrisse o scappasse.
Cosa succede se non si mette il microchip al cane
Dal 2004 il microchip per cani risulta un obbligo di legge: è stato istituito per agire contro l’abbandono e lo smarrimento, che sta registrando numeri sempre più importanti.
Chi sceglie di far entrare nella propria vita un cane, è tenuto a rispettare alcuni obblighi di legge come la registrazione dell’esemplare all’anagrafe canina. Per poterlo fare, l’esemplare dovrà essere munito di microchip.
Qualora non lo fosse, il proprietario può incorrere in sanzioni amministrative pecuniarie. La tecnologia, obbligatoria per cane, gatto e furetto è necessaria per poter acquisire il passaporto europeo e permettergli di viaggiare. La sua assenpuò portare a multe dai 104 ai 259 euro.
Il microchip fa male al cane?
L’installazione del microchip non è una procedura dolorosa: l’obbligo di legge non mette in pericolo nessun animale e ovviamente non ha lo scopo di fare del male al cucciolo. I veterinari parlano di leggero fastidio, simile a quello di una classica iniezione o vaccinazione.
Nonostante la sensazione sia ridotta ad un semplice fastidio di pochi minuti, molti proprietari temono per il proprio cucciolo: vogliamo tranquillizzarvi, la salute del vostro amico non è assolutamente in pericolo a differenza del vecchio tradizionale tatuaggio che risultava doloroso e anche possibilmente rischioso.
Microchip cani: come ottenere il bonus animali domestici
Tra i Bonus previsti dallo Stato per poter aiutare le famiglie, c’è quello degli Animali Domestici. Nella Legge di Bilancio 2023 è stato varato un importo massimo di 500 euro per famiglia, con l’obiettivo di supportarla gestione di visite e spese veterinarie, vaccinazioni, iscrizione all’anagrafe, sterilizzazione e castrazione.
Per poter accedere è necessario che il reddito ISEE familiare risulti inferiore ai 35.000 euro e presentare la domanda tramite piattaforma INPS: attenzione, il microchip rientra tra gli obblighi base per poter ottenere questo sostegno statale.
La richiesta dovrà essere accompagnata già da tutte le documentazioni relative alle spese sostenute per il proprio cane (o altro animale domestico).
Cosa fare se si trova un cane smarrito
È bene sapere che per quanto il nostro cuore ci possa far desiderare di portare tutti gli animali a casa con noi dobbiamo essere oggettivi: valutare la situazione e capire se davvero è possibile prendercene cura.
Qualora si trovasse un cane e si desiderasse tenerlo con noi, la prima cosa da fare è portarlo da un veterinario: la Cassazione Penale si è espressa in modo molto chiaro; se l’animale risulta un randagino senza riconoscimento all’anagrafe e senza microchip può essere tenuto senza alcuna accusa di appropriazione indebita.
Attenzione quindi perché la stessa cosa vale anche al contrario: se un proprietario perde il proprio animale che non risulta munito di microchip, oltre ad una multa, potrebbe rischiare di non rivederlo più e non sarà possibile rivendicarne la proprietà.