LEGGE 104: AGEVOLAZIONI PER L’ASSISTENZA A GENITORI ANZIANI

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Ci hanno tutelato, protetto e sostenuto per tutta la vita, fin da quando siamo nati: che si tratti di nonni, zii o genitori, vogliamo dar loro tutto il nostro supporto per fare in modo che la loro anzianità possa essere vissuta al meglio. Patologie, vecchiaia e altre problematiche di salute evidenziano il loro bisogno di cure e non sempre assumere un badante diventa l’unica soluzione possibile. 

Che cos’è la legge 104? Si tratta di un sostegno concreto che supporta il caregiver che si occupa di gestire i propri genitori in età avanzata. Ma cosa spetta a chi assiste un anziano? Proviamo a scoprirlo insieme: ci sono infatti delle agevolazioni per l’assistenza a genitori anziani che tutti dovrebbero conoscere.

Cos’è la Legge 104

Ufficialmente emanata il 5 febbraio 1992, è una normativa italiana che riconosce i diritti delle persone con disabilità, garantendo loro assistenza, integrazione sociale e diritti. Mira a supportare non solo chi soffre di disabilità, ma anche i loro familiari e caregiver, fornendo una serie di agevolazioni e supporti specifici.

Si articola in diverse sezioni che trattano i diritti delle persone disabili in vari ambiti della vita sociale e lavorativa. Uno dei principali articoli, l’Articolo 3, classifica le disabilità in tre categorie, basate sulla gravità e sull’impatto nella vita quotidiana, offrendo livelli corrispondenti di benefici e supporti.

Come funziona la legge 104 per l’assistenza a genitori anziani

L’assistenza continua per gli anziani non autosufficienti è un tema importante che interessa tutti i cittadini. Proprio a questo proposito è stata istituita la figura del caregiver familiare, un ruolo che ha un peso nel benessere fisico e psicologico degli assistiti, ma che viene tutelato ancora poco e solo attraverso questa tipologia di decreto.

Il ruolo del caregiver è quello di supportare dando vicinanza e aiuti concreti al proprio caro, nella gestione della malattia, della quotidianità e delle visite. Se un familiare con disabilità va a carico di un lavoratore dipendente (indipendentemente che il contratto sia determinato o indeterminato) quest’ultimo potrà richiedere un permesso di 3 giorni al mese. Dal 13 agosto 2023, la possibilità viene estesa anche ad un numero superiore di familiari.

La normativa stabilisce quali siano i requisiti della 104 per genitore anziano:

  • bisogna essere legati con un legame di parentela non superiore al terzo grado.
  • l’assistito deve aver superato i 65 anni d’età.

Non è necessario quindi essere conviventi con il familiare disabile o in condizioni di salute precarie. A spiegarlo nel dettaglio è l’articolo 43 del D.lgs 151 del 2001, in cui viene dichiarato chiaramente “non prioritario il requisito della convivenza a patto che suddetta convivenza abbia luogo entro l’anno dalla richiesta di congedo straordinario e sia conservata per l’intera durata dello stesso”. Sono esclusi dal diritto alla 104 i lavoratori a domicilio, gli agricoli a tempo determinato, chi svolge lavori domestici o a domicilio.

Come richiedere la 104 per un familiare anziano

Se si è in possesso di tutti i requisiti, tramite il sito internet INPS e con il supporto del medico di famiglia sarà possibile creare la pratica. Il dottore fornirà un numero di protocollo che il caregiver utilizzerà per una richiesta formale tramite il sito. Dallo stesso pannello saranno fruibili i permessi, tenendo tutto sotto controllo in pochi clic.

Legge 104 assistenza genitori anziani pensione anticipata

La normativa stabilisce anche che i familiari che si occupano di curare un genitore disabile o anziano hanno un permesso anticipato per andare in pensione: si godrà di un congedo retribuito straordinario che concede un biennio di anticipo rispetto agli attuali standard per poter rientrare in un piano pensionistico statale. Il parente dovrà avere versato almeno 20 anni di contributi, ma è importante sottolineare che l’assegno mensile concesso alla persona con bisogni straordinari non dovrà superare i 1500 euro.

Cosa sapere sul congedo straordinario

Una misura extra, per tutelare chi ha a che fare con un genitore affetto da disabilità grave, è quella di usufruire di due anni di congedo straordinario retribuito. Si tratta di una tutela extra fornita dalla 104 per partner e figli conviventi, madre o padre conviventi, familiari entro il terzo grado convivente del disabile oppure fratelli e sorelle conviventi.

La durata di 24 mesi massima può essere erogata in un’unica soluzione, oppure distribuita nell’arco di tutta la vita professionale, indipendentemente dal numero di anziani e disabili che si assistono. Ci preme sottolineare che, qualora entrambi i genitori necessitassero di assistenza, questo tempo non verrà raddoppiato a 48 mesi, ma il totale continuerà ad essere massimo di due anni.

Altre agevolazioni e supporti

Oltre a quanto già detto, forse vi starete chiedendo se, chi assiste un familiare con Legge 104, possa può chiedere un assegno mensile al proprio Comune o se ci siano altre forme di supporto. Sono previste detrazioni fiscali nel caso in cui si assuma un badante, indennità di accompagnamento e agevolazioni per l’acquisto di soluzioni e accessori che possano supportare nella cura quotidiana.

Cosa succede se il genitore è ricoverato in una casa di riposo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che è possibile richiedere permessi qualora il genitore risulti ricoverato in una struttura residenziale. È stato però sottolineato che dovrebbe trattarsi di una casa di riposo e non di una RSA. Nel secondo caso, infatti, viene fornita una cura continuativa e costante da parte di personale medico qualificato e ciò esclude questa tipologia di bisogno. Una soluzione che consenta di avere un supporto in più è VillageCare, un sistema nazionale di orientamento e sostegno ai figli che si prendono cura dei genitori anziani. 

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Assistenza domiciliare

Una misura di sostegno aggiuntiva è quella dell’assistenza domiciliare. Esistono reti specializzate che vengono inserite all’interno dei diritti della 104 per garantire supporto medico come esami diagnostici presso il domicilio. L’operato di fisioterapisti, psicologi e operatori socio-assistenziali qualificati viene sostenuto economicamente tramite il servizio di assistenza nazionale. Per avere maggiori informazioni in merito, consigliamo un colloquio presso l’ASL di riferimento o con il proprio medico di famiglia.

I diritti dei lavoratori autonomi

Come spiegato, chi ha partita iva, è freelance o rientra nei lavoratori autonomi non rientra tra i beneficiari dei permessi retribuiti. L’unico supporto previsto è quello previdenziale, tramite Ape sociale. In modo particolare, si hanno detrazioni per spese sanitarie come quella di 400 euro per un figlio portatore di handicap, l’Irpef del 19% sulle spese mediche e deduzione per costi legati a terapie generiche e assistenza specifica.

FONTI