DEMENZA SENILE: CHE COS’È, QUANDO INIZIA, COME GESTIRLA

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Principale forma di decadimento legato all’avanzare dell’età, la demenza senile è una problematica che riguarda l’anziano, in primis, ma finisce per coinvolgere anche i figli e le persone vicine al soggetto colpito. Sebbene le cause della demenza senile non siano ancora completamente chiare, esistono sintomi riconoscibili che permettono di intervenire precocemente e migliorare la qualità di vita del paziente.

Che cos’è la demenza senile?

Per demenza senile si fa riferimento a una malattia di tipo neurodegenerativo, che colpisce l’encefalo e che porta a una progressiva riduzione delle facoltà cognitive come memoria, linguaggio, attenzione e capacità di ragionamento. Il processo sotteso, e legato all’invecchiamento, è la morte delle cellule cerebrali e il venir meno della loro capacità di interscambio di informazioni. Generalmente, si tratta di una patologia che riguarda l’anziano, ma vi sono casi in cui tale circostanza si presenta anche in soggetti più giovani, persino sotto i 40 anni di età, per questo non è facile stabilire con certezza a che età  inizino i sintomi della demenza senile.

Cause della demenza senile

Quanto alle cause, allo stato attuale, nonostante i numerosi studi in materia, non vi sono dati certi sui fattori scatenanti. Tuttavia, è da constatare la presenza di alcuni fattori di rischio, che contribuiscono ad accelerare e favorire in qualche modo il processo di deterioramento cerebrale.

  • diabete;
  • carenze vitaminiche (in particolare vitamina B12);
  • ipertensione arteriosa;
  • ipercolesterolemia;
  • alcolismo e fumo;
  • elevati livelli di omocisteina nel sangue.

Quante forme di demenza senile esistono?

La demenza senile si declina in tre tipologie principali:

  1. Morbo (o malattia) di Alzheimer: sorge in seguito a progressiva atrofia cerebrale e pregiudicata funzionalità dei neuroni; si manifesta attraverso deficit di memoria, stati confusionali, problemi di linguaggio, disorientamento e cambiamenti di personalità;
  2. Demenza vascolare: consiste in un deficit cognitivo causato dalla morte di alcune cellule cerebrali, in seguito a un’alterata circolazione del sangue nel cervello. Spesso è conseguenza di ictus o fenomeni ischemici. I sintomi principali riguardano la perdita di attenzione e la difficoltà nel pianificare azioni complesse;
  3. Demenza a corpi di Lewy: i deficit cognitivi sono determinati dalla formazione di agglomerati anomali di proteine all’interno dei neuroni. È simile al morbo di Parkinson e si manifesta con allucinazioni, rigidità muscolare e oscillazioni delle capacità cognitive.

Come inizia la demenza senile?

La demenza senile è un processo graduale e progressivo, purtroppo inesorabile. Vi sono alcuni sintomi che, se riconosciuti, possono portare a una diagnosi precoce, e rappresentano dei campanelli d’allarme da non sottovalutare. Questi riguardano la capacità dell’anziano di mantenere le sue normali funzioni cognitive e sono inizialmente di carattere transitorio. I primi segnali riguardano infatti la memoria a breve termine, la concentrazione e la capacità di giudizio.

Quando preoccuparsi? Quando questi sintomi iniziano a interferire con la vita quotidiana.

Effettuare i dovuti esami e avviare al più presto una cura mirata sono i migliori rimedi per ritardare il processo degenerativo, che consta di tre fasi. Vediamo quindi come si manifesta la demenza senile nel dettaglio.

Quali sono i sintomi della demenza senile in ogni stadio?

  1. Stadio di esordio: si tratta della fase iniziale, il momento in cui iniziano a comparire i primi sintomi. Questi possono essere: piccole amnesie o perdite della memoria a breve termine, mancanza di giudizio occasionale, lievi difficoltà nelle capacità di calcolo o di ragionamento nonché atteggiamenti passivi, tendenza all’apatia e mancanza di iniziativa.
  2. Stadio intermedio: la fase intermedia vede il persistere dei sintomi iniziali e l’aggiunta di un peggioramento nella padronanza del linguaggio, nelle capacità di ragionamento e nella memoria a lungo termine. Inoltre, si manifestano problemi visivi, confusione e instabilità emotiva.
  3. Stadio finale: nell’ultima fase del decorso, l’anziano presenta la perdita totale delle capacità cognitive, incapacità di riconoscere i familiari e di svolgere le normali attività quotidiane, difficoltà di deglutizione, incontinenza e difficoltà motorie. La demenza senile in stadio terminale può durare da pochi mesi a due anni, variando da persona a persona.

Come gestire un anziano con demenza senile?

Generalmente, il malato ha un’aspettativa di vita che va dai 7 ai 10 anni. Tuttavia, la durata del processo non è uguale per tutti, e molto dipende da come si affronta questa condizione, dalle cure mediche messe in atto e dalla terapia occupazionale che le accompagna. Alcuni consigli e strategie utili possono essere:

  • Mantenere una routine stabile e rassicurante;
  • Stimolare la mente con attività semplici (lettura, musica, foto);
  • Adattare l’ambiente domestico per evitare incidenti;
  • Favorire una comunicazione calma e positiva;
  • Ricorrere, se necessario, a terapie occupazionali o centri diurni specializzati.

Fondamentale è il ruolo dei famigliari che, fornendo un’assistenza adeguata, continuativa e stimolante possono rallentare il decadimento. Spesso però l’impresa è ardua, il comportamento di queste persone è imprevedibile, talvolta accompagnato da momenti di agitazione e una certa aggressività, e imparare come calmare un malato di demenza senile è solo una delle sfide che ci si ritrova ad affrontare. La buona notizia è che le opportunità di cui è possibile usufruire per sentirsi meno soli di fronte a tali scenari non mancano.

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Fonti:

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