PENSIONE ANTICIPATA: COS’È E COME FUNZIONANO I CONTRIBUTI

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È possibile andare in pensione prima dell’età prevista per legge? In realtà sì e si parla, per l’appunto, di “pensione anticipata”, un’opzione interessante per coloro che desiderano smettere di lavorare prima dell’età pensionabile standard. Per accedere a questa opportunità sono richiesti però particolari requisiti e bisogna conoscere bene il meccanismo dei contributi: cosa significa, dunque, andare in pensione anticipata, quali sono i requisiti necessari e come funzionano i contributi per raggiungere questo obiettivo?

Cos’è la pensione anticipata?

La pensione anticipata è un’opzione previdenziale che permette di andare in pensione prima dell’età pensionabile standard, a condizione di aver maturato un certo numero di anni di contribuzione. Si tratta, in altre parole, di una scelta che consente ai lavoratori di ritirarsi dal mondo del lavoro con un assegno pensionistico, anche se non hanno raggiunto l’età pensionabile ordinaria, che in Italia è fissata attualmente a 67 anni.

Ma quali sono i requisiti per andare in pensione anticipata? Stando alle leggi attualmente in vigore, per accedere a questo beneficio è necessario aver maturato un minimo di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica.

Come funzionano i contributi per la pensione anticipata?

La legge, dunque, consente in alcuni casi di andare in pensione anticipatamente, ma ciò è possibile soltanto se si è in linea con i contributi previdenziali. Ogni anno di lavoro, sia da dipendente che da autonomo, oltre a collaborazioni e contributi figurativi per periodi di disoccupazione o malattia, contribuisce infatti ad accumulare i contributi necessari per il raggiungimento del requisito di pensionamento.

La domanda che molti si pongono, quando si parla di contributi, è proprio quella relativa a quanto si paga per andare in pensione anticipata. In realtà, non esiste un costo diretto per accedere a questa possibilità, ma chi opta per l’anticipazione dell’uscita dal lavoro potrebbe subire una riduzione dell’importo dell’assegno pensionistico, a seconda dei contributi accumulati e delle penalizzazioni previste dalla normativa vigente. In alternativa, è comunque possibile effettuare versamenti volontari per colmare eventuali lacune contributive e migliorare l’importo finale.

Come anticipare la pensione: strategie e opzioni

Per chi desidera anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, esistono diverse strategie da seguire. Una delle più comuni è quella dei versamenti volontari di contributi, una soluzione che permette di coprire periodi in cui non si è lavorato, come interruzioni di carriera o lunghi periodi di disoccupazione, assicurandosi così di raggiungere più velocemente i requisiti contributivi.

Il costo dei contributi volontari varia in base alla retribuzione media degli ultimi anni di lavoro. Per il 2024, per esempio, il contributo minimo volontario è calcolato sul minimale di reddito, che viene aggiornato annualmente.

Quanti anni di contributi servono per andare in pensione anticipata?

Come accennato in precedenza, il requisito principale per la pensione anticipata è il numero di anni di contributi versati. Attualmente, per gli uomini sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre per le donne il requisito è fissato a 41 anni e 10 mesi. Tuttavia, esistono delle eccezioni e condizioni particolari che possono influire su questi requisiti, come nel caso di lavoratori precoci o addetti a mansioni usuranti.

Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, ossia coloro che sono sotto il regime contributivo, i requisiti sono differenti. In questo caso, per andare in pensione anticipata, è necessario raggiungere 64 anni di età e avere una pensione superiore a una determinata soglia minima, che varia in base agli importi contributivi durante la carriera lavorativa. Pertanto, per queste persone, non è sufficiente solo il numero di anni di contributi, ma anche l’importo accumulato e la relativa sostenibilità economica della pensione.

Rivolgersi direttamente all’INPS può essere, dunque, il modo migliore per avere un conteggio preciso sia degli anni mancanti che degli eventuali contributi da versare per andare in pensione.

Vantaggi e svantaggi della pensione anticipata

Andare in pensione anticipata permette di godersi il pensionamento in anticipo e di avere più tempo libero per sé e per la famiglia, ma ovviamente a ciò possono corrispondere svantaggi di natura economica, a partire dalla possibile riduzione dell’assegno pensionistico. Chi sceglie di ritirarsi prima, infatti, potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a chi aspetta l’età pensionabile ordinaria, a causa del minor numero di anni di contribuzione e delle eventuali penalizzazioni applicate.

La penalizzazione varia in base agli anni di anticipo rispetto all’età pensionabile e al numero di contributi versati. In alcuni casi, potrebbe esserci infatti una riduzione percentuale sull’assegno pensionistico, ma le regole precise dipendono dalla normativa vigente al momento del pensionamento.

Pensione anticipata e RITA: che differenze ci sono

All’opzione della pensione anticipata regolata dall’INPS si affianca un’altra interessante possibilità: la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata). Entrambe le soluzioni consentono di accedere a una forma di pensionamento prima del raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria, ma con modalità diverse che si completano a vicenda, offrendo così vantaggi significativi.

La pensione anticipata si basa principalmente sugli anni di contributi versati, mentre la RITA è una rendita temporanea che può essere richiesta da chi ha aderito a un fondo pensione complementare privato e ha cessato l’attività lavorativa. Per accedere alla RITA, è necessario avere almeno 20 anni di contributi previdenziali e trovarsi a non più di 5 anni dalla pensione di vecchiaia, oppure essere disoccupati da almeno 24 mesi e a non più di 10 anni dalla pensione di vecchiaia.

La RITA ha il vantaggio di permettere l’erogazione di una rendita temporanea utilizzando il capitale accumulato nel fondo pensione complementare. In questo modo, si colma il gap tra l’età attuale e quella prevista dalla legge per ottenere la pensione di vecchiaia. L’importo della RITA viene calcolato in base al capitale disponibile nel fondo e al numero di anni mancanti al pensionamento ordinario, rappresentando un’opzione flessibile e vantaggiosa per chi cerca un’ulteriore soluzione di pensionamento anticipato.

Pensione anticipata: una scelta vantaggiosa?

La pensione anticipata è, dunque, un’opportunità molto interessante per chi desidera ritirarsi prima dal mondo del lavoro, ma richiede una pianificazione attenta e una buona conoscenza dei requisiti contributivi e delle possibili penalizzazioni, che potrebbero rendere economicamente svantaggiosa la scelta. Per chiunque stia considerando questa opzione, è infatti consigliabile valutare con cura tutte le implicazioni finanziarie e, se necessario, fare ricorso ai versamenti volontari per colmare eventuali lacune contributive.

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