FONDO PENSIONISTICO, COME FUNZIONA?

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Quando si è all’inizio di una carriera lavorativa la prospettiva della pensione può sembrare qualcosa di distante e poco prioritaria: in realtà è importante pensarci fin da subito

A volte, infatti, quella minima può non essere sufficiente e si apre quindi la necessità di fare ricorso a un fondo pensione per integrare quanto accumulato tramite i consueti contributi del sistema previdenziale pubblico. 

In particolare, esistono diversi motivi che possono spingere verso questa scelta: 

  • l’età media di inizio della vita lavorativa dipendente è in aumento, e questo si traduce in meno anni di partecipazione;
  • l’invecchiamento della popolazione italiana comporta una maggiore pressione sui sistemi previdenziali, che non riescono ad avere quindi fondi a sufficienza per tutti;
  • l’aspettativa di vita si è prolungata, gli anni di pensionamento saranno quindi realisticamente maggiori ed è necessario avere una preparazione economica adeguata. 

Diventa quindi importante apprendere come funziona il fondo pensionistico e soprattutto cosa sia nel dettaglio, in quanto si rivela essere uno strumento che può fare realmente la differenza negli anni a venire e che necessita di una valutazione attenta fin dalla giovane età. 

Fondo pensionistico: come funziona

I fondi pensione sono in poche parole una sorta di previdenza complementare, che ha l’obiettivo di integrare l’assegno pensionistico obbligatorio derivante dai normali contributi.

Esistono principalmente due tipi di fondi: quelli chiusi, legati ad accordi contrattuali a livello nazionale, aziendale o territoriale, e i fondi pensione aperti, gestiti da istituzioni finanziarie come banche, assicurazioni o società di gestione del risparmio, che permettono adesioni sia individuali che collettive.

Un esempio di quest’ultimo è dato dal Fondo Pensione Aperto Vittoria Formula Lavoro, che può offrire diversi benefici, oltre che l’integrazione dell’assegno pensionistico obbligatorio, tra cui la possibilità di scegliere personalmente la somma da versare e la linea di investimento in base al proprio profilo.

Questi possono essere molto variabili: dai monetari, meno rischiosi e orientati a obbligazioni e titoli di breve termine, fino agli azionari, con un profilo di rischio più elevato ma maggiori opportunità di guadagno. 

Il funzionamento di questa forma pensionistica complementare si basa quindi sulla capitalizzazione, per cui si accumulano i contributi versati e i rendimenti generati dagli investimenti nel corso degli anni, ed è per questo che conviene aprirne uno il prima possibile

Destinare il TFR al fondo pensione: come funziona

Un aspetto cruciale per i lavoratori autonomi o dipendenti del settore privato è la gestione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

Dopo 6 mesi dall’assunzione, infatti, il lavoratore deve decidere se destinarlo all’azienda (che provvederà poi a restituito al termine del rapporto lavorativo) o alla previdenza integrativa

Qualora non venga fatta una scelta, il TFR viene destinato in maniera automatica al fondo pensione della categoria di appartenenza, in base al principio dell’adesione tacita.

Tuttavia, il lavoratore può optare in qualsiasi momento per una modifica e l’iscrizione a un fondo con forma di pensione integrativa: in questo modo verranno deviati i futuri accantonamenti, mentre il TFR maturato fino a quel momento rimane in azienda. 

Nel caso in cui il datore di lavoro abbia commesso un’insolvenza, ovvero non abbia rispettato gli accordi presi, oppure il fondo pensione fallisse, interverrebbe direttamente il fondo garanzia dell’INPS a versare i contributi dovuti.

Questi vengono rivalutati annualmente, e l’importo contribuisce a potenziare la posizione individuale dell’aderente nella previdenza integrativa. La scelta di dove destinare il proprio TFR, quindi, riveste un ruolo fondamentale e strategico per il proprio futuro previdenziale.  

In conclusione: come scegliere il fondo pensione migliore 

Per determinare il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze e a quale agenzia affidarsi in merito, è essenziale innanzitutto comprendere il funzionamento del sistema di previdenza integrativa

Questo sistema è una forma di capitalizzazione, dove i contributi versati vengono investiti nei mercati finanziari per generare rendimenti. Quando si raggiunge l’età pensionabile, l’ammontare accumulato viene elargito come integrazione, affiancando la pensione pubblica, possibilità elargita anche ai liberi professionisti. 

Talvolta, è possibile richiedere un anticipo del rilascio dei piani individuali pensionistici per determinate necessità, come ad esempio per spese sanitarie.

Ogni fondo offre diverse opzioni di gestione, rappresentate dai vari comparti disponibili, ognuno differenziato per rischio e rendimento in base agli strumenti finanziari utilizzati. 

Per una scelta oculata, bisogna valutare prima di tutto sia l’orizzonte temporale prima del pensionamento che la propria propensione al rischio. Solitamente, all’interno di ogni fondo si trovano quattro tipologie di comparti: azionario, bilanciato, obbligazionario e garantito

La scelta dipende dalla propria tolleranza alle oscillazioni di mercato e dal tempo a disposizione prima del pensionamento, e può prendere in considerazione anche le compagnie assicurative. 

Inoltre, nella ricerca del miglior fondo pensione, è cruciale valutare i costi, i rendimenti storici, la stabilità del gestore e tutte le garanzie accessorie, come i vantaggi fiscali e la gestione separata offerti dal Piano Individuale Pensionistico di Vittoria.