COS’È IL GAP PREVIDENZIALE

Prendi subito un appuntamento con un Agente dedicato a te.

Contattaci

Quella del gap previdenziale è una questione di grande importanza, anche piuttosto delicata, nel panorama economico e finanziario contemporaneo. Le persone, infatti, mostrano sempre più attenzione verso il tema della sicurezza finanziaria post-lavorativa, ben comprendendo le difficoltà a cui l’attuale sistema rischia di esporre i pensionati di domani.

È dunque essenziale comprendere a fondo cosa si intende per gap previdenziale, le sue cause, le implicazioni e le possibili soluzioni al problema, per non farsi trovare impreparati e iniziare sin da ora a gestire questo aspetto della vita. In questo articolo, cercheremo di chiarire meglio i vari punti e fornire una guida chiara e utile sull’argomento.

Definizione di gap previdenziale

Il gap previdenziale rappresenta la differenza percentuale tra la prima rendita pensionistica (cioè la nostra futura pensione) e l’ultimo stipendio percepito durante la carriera lavorativa. In altre parole, esso rappresenta lo scarto tra il reddito che si prevede di avere in pensione e il reddito necessario per mantenere lo stesso tenore di vita avuto durante gli anni di lavoro. Maggiore è questa differenza, maggiore sarà la riduzione del nostro stile di vita una volta in pensione.

Com’è facile intuire, un elevato gap previdenziale rappresenta un problema non di poco conto per chi termina la sua vita lavorativa e si ritrova ad avere un reddito mensile nettamente più basso, a fronte di costi e spese che non variano e, anzi, aumentano nel tempo.

Calcolo della pensione e montante contributivo

Prima di addentrarsi nel dettaglio di cosa rappresenti il gap previdenziale in termini pratici, potrebbe essere utile capire come si fa il calcolo della pensione con il sistema retributivo e come si vede il montante contributivo INPS. Questo perché tali informazioni risultano fondamentali nella previsione delle pensione futura e, dunque, della differenza che potrà esserci tra la stessa e l’ultimo reddito percepito.

Il calcolo della pensione con il sistema retributivo si basa in particolare sugli ultimi stipendi ricevuti dal lavoratore, in particolare calcolando la media degli stipendi percepiti negli ultimi anni di lavoro (solitamente su un arco temporale di 5-10 anni). A questo valore si applica un’aliquota di rendimento (che varia in base agli anni di contributi e al settore lavorativo) per determinare la percentuale del reddito medio da considerare per la pensione, dopo di che si moltiplica il reddito medio per l’aliquota di rendimento, in modo da ottenere l’importo annuale della pensione.

Per visualizzare il montante contributivo INPS, basta invece accedere al sito web dell’INPS utilizzando le proprie credenziali (SPID, CIE, CNS), entrare nella sezione “Servizi per il cittadino” e aprire l’”Estratto Conto Contributivo” per visualizzare il totale dei contributi versati durante la carriera lavorativa.

L’estratto conto previdenziale ci fornirà una panoramica dei contributi versati e della situazione previdenziale, con riportati: dati anagrafici, periodo di contribuzione, totale dei contributi versati e proiezione pensionistica.

Quanto vale un anno di contributi per la pensione?

Il valore di un anno di contributi per la pensione dipende dal sistema pensionistico e dal livello di contribuzione. Nel sistema contributivo, per esempio, il valore dipende dall’aliquota di contribuzione applicata al reddito annuo. Nel sistema retributivo, invece, dipende dal reddito medio degli ultimi anni di lavoro.

È consigliabile comunque consultare l’INPS o un consulente previdenziale per ottenere una stima precisa basata sulla propria situazione lavorativa e contributiva.

Cause del gap previdenziale

Ma quali sono le cause del gap previdenziale e perché oggi il problema è così sentito? In realtà sono diversi i fattori che contribuiscono alla formazione del gap previdenziale. Potremmo così sintetizzare le principali cause:

  • Contributi insufficienti, per esempio a causa di periodi di disoccupazione, lavori part-time o in settori con basse contribuzioni previdenziali che portano ad avere versamenti insufficienti nel corso della carriera lavorativa;
  • Aumento dell’aspettativa di vita: con l’incremento della durata media della vita, le persone trascorrono più anni in pensione, necessitando quindi di maggiori risparmi;
  • Inflazione, poiché l’aumento del costo della vita riduce il potere d’acquisto dei risparmi accumulati;
  • Rendimenti degli investimenti inferiori alle aspettative, che possono causare un accumulo insufficiente di risparmi.

In cosa si possono tradurre tutte queste situazioni? Vediamolo meglio.

Implicazioni del gap previdenziale

Come anticipato, il gap previdenziale può avere serie implicazioni per la qualità della vita durante la pensione. Quella più evidente è la riduzione del tenore di vita, poiché il reddito mensile si riduce e la mancanza di risparmi sufficienti costringe la persona a ridurre i propri standard di vita rispetto al periodo lavorativo.

In secondo luogo, venendo a mancare una parte – anche consistente – del reddito solitamente percepito come lavoratore, si rischia di dipendere finanziariamente da familiari o dall’assistenza pubblica.

Tutto ciò si traduce, inevitabilmente, anche in maggiori livelli di stress e ansia, dovuti alla preoccupazione per la sicurezza finanziaria che può influire negativamente sul benessere mentale e fisico.

Come si ottiene il gap previdenziale?

Prima di ritrovarsi in una situazione di difficoltà, può essere dunque utile misurare il proprio gap previdenziale, così da adottare eventuali misure volte a limitare il più possibile questo differenziale. Per ottenere una stima accurata del gap previdenziale, è fondamentale utilizzare strumenti di simulazione e calcolo previdenziale. Le variabili utilizzate per calcolare il gap dal simulatore previdenziale sono, in particolare:

  • Reddito attuale e pensione stimata;
  • Contributi versati;
  • Durata del periodo pensionistico;
  • Rendimenti attesi degli investimenti dei risparmi pensionistici.

Gap previdenziale: un esempio pratico

Utilizzare dei dati concreti ci permette di capire meglio in cosa consiste il gap previdenziale e quanto questo possa pesare nella vita di una persona. Consideriamo il caso di un lavoratore nato nel 1985, che attualmente presenti un guadagno annuo di 20.000 euro. Per calcolare il gap, dovremo in primo luogo ipotizzare la crescita del reddito del lavoratore in base all’inflazione e agli scatti di carriera previsti: in questo caso, il nostro individuo potrebbe avere un ultimo reddito di 45.000 euro.

A questo punto prenderemo in considerazione la pensione prevista. In base alle attuali regole previdenziali, questa sarà di circa 25.000 euro, determinando un gap previdenziale del 45%. La persona in questione vedrà dunque ridursi il suo reddito del 45% dal primo giorno di pensione, quasi la metà rispetto a quanto guadagnato fino a poco tempo prima.

Esistono strumenti per colmare il gap previdenziale?

Il conteggio che abbiamo effettuato a titolo esemplificativo dimostra quanto sia importante non solo conoscere il proprio gap previdenziale, ma anche adottare in tempo utile delle misure che permettano di ridurre questo differenziale. Esistono infatti vari strumenti e strategie per colmare il gap previdenziale:

  • Previdenza complementare: sottoscrivere un fondo pensione può offrire una fonte aggiuntiva di reddito durante la pensione, integrando quella garantita dal sistema pubblico;
  • Assicurazioni per la persona: le assicurazioni possono supportare la pianificazione previdenziale, come spiegato nel nostro approfondimento sulle assicurazioni per la persona;
  • Investimenti diversificati: investire in un portafoglio diversificato può aiutare a massimizzare i rendimenti e ridurre il rischio di mancati guadagni.

Come funziona la rendita vitalizia di un fondo pensione?

La rendita vitalizia di un fondo pensione è un pagamento periodico che viene erogato per tutta la durata della vita del pensionato. Il suo funzionamento è semplice: durante la carriera lavorativa, si effettuano versamenti regolari nel fondo pensione e, al momento del pensionamento, il capitale accumulato viene convertito in una rendita vitalizia. La rendita viene erogata mensilmente, garantendo un reddito costante al pensionato per tutta la vita.

I nostri consigli per la pianificazione previdenziale

Una pianificazione previdenziale efficace rappresenta il miglior modo per colmare le difficoltà legate al gap previdenziale e permettere ai futuri pensionati di non ridurre eccessivamente il proprio tenore di vita.

Per questo motivo, consigliamo di seguire alcune strategie per non farsi trovare impreparati:

  1. Iniziare presto: il tempo è un alleato prezioso per accumulare risparmi sufficienti per la pensione;
  2. Monitorare la situazione e adattare il piano: rivedere periodicamente il proprio piano previdenziale e adattarlo in base alle nuove circostanze e obiettivi permette di massimizzare i risultati sul lungo termine;
  3. Consultare un esperto: rivolgersi a un consulente finanziario è il modo giusto per ottenere consigli personalizzati e ottimizzare la propria strategia previdenziale.

Considerazioni conclusive sul gap previdenziale

Il gap previdenziale è dunque una realtà che in molti si troveranno prima o poi ad affrontare, che va analizzata e affrontata non con timore ma solo con la consapevolezza giusta, così da adottare sin da subito strategie utili. Con una pianificazione attenta e l’uso di strumenti adeguati, è infatti possibile colmare questa differenza e garantirsi un futuro finanziario sicuro e sereno. Per ulteriori informazioni su come pianificare la tua pensione, scopri la nostra guida che ti spiega la Previdenza complementare: cos’è e come funziona.

Capire e affrontare il gap previdenziale è fondamentale per vivere una pensione tranquilla e senza preoccupazioni. Inizia oggi stesso a pianificare il tuo futuro e assicurati di avere i risparmi necessari per mantenere il tuo tenore di vita anche dopo il pensionamento.